I sintomi da fobia in età evolutiva, come superarle?

I sintomi da fobia in età evolutiva, come superarle?

Ciao a tutti.

Oggi parliamo di fobie, ovvero di quelle paure un po’ più marcate, inaccettabili per chi le prova e legate ad uno stimolo scatenante. Ne esistono di vario genere o meglio su vari stimoli. Esistono infatti le paure del buio, dei ragni, dei fantasmi, degli spazi chiusi, degli spazi aperti, di dormire da solo e chi più ne ha più ne metta. Ora, molti di noi hanno un po’ di soggezione e magari paura dei ragni, ma magari non tremiamo visibilmente ogni volta che ne vediamo uno, non sbianchiamo, il cuore non accelera a mille, riusciamo a rimanere in un luogo dove ve ne sia uno (magari standone ben lontani), mentre se la nostra è una fobia, queste cose succedono costantemente.

Le principali fobie che compaiono in età evolutiva sono la fobia sociale, la fobia scolastica e l’ansia da separazione, quindi la paura di allontanarsi dai propri genitori.

Chiariamo subito che se si è di fronte a vere e proprie fobie non saranno sufficienti alcuni consigli che cercherò di dare in questo articolo, in quanto sarà necessario consultare un esperto per capire se vi sia un lavoro psicologico da fare. Tuttavia alcune strategie possono darci una mano ad attenuare i sintomi delle fobie.

La prima cosa da sottolineare è che spesso il fobico come strategia difensiva usa l’evitamento ovvero evita le situazioni e gli stimoli che possono provocargli la fobia. Purtroppo questa è la strategia più errata, in quanto allontanandosi la persona sta effettivamente meglio e quindi dalla nostra mente arriva la comunicazione “Hai fatto la cosa giusta: visto che se eviti stai bene?! Quindi continua ad evitare questa cosa perché effettivamente è una cosa di cui avere paura; solo standoci lontano starai meglio!”.

La strategia migliore è invece l’esatto contrario, ovvero l’esposizione allo stimolo. Attenzione!!!!!!!!!! L’esposizione deve essere però graduale, infatti se un fobico va diretto allo stimolo scatenante rischia di peggiorare la situazione, invece è fondamentale procedere passo passo. In un video che ho pubblicato su YouTube in cui parlo della difficoltà di dormire da solo e dell’accudimento ad alto contatto, spiego più o meno la stessa tecnica, quindi se volete andate a vederlo e lo trovate anche sul mio sito (www.thomasrivetti.it) sezione video.

Facciamo l’esempio della fobia scolastica. Un bambino con tale fobia, potrebbe far fatica ad andare a scuola, tanto da non andarci per giorni o addirittura mesi. In questo caso l’esposizione graduale potrebbe essere la seguente:

1)    Porto il bambino fino a fuori dalla scuola e senza nemmeno chiedergli se vuole entrare e senza scendere dalla macchina lo riporto a casa.

2)    Porto il bambino a scuola, scendiamo dalla macchina e facciamo due parole con qualche mamma e/o qualche compagno.

3)    Porto il bambino a scuola, scendiamo dalla macchina, facciamo due chiacchiere con mamme e compagni ed entriamo nel corridoio della scuola a salutare gli operatori scolastici e gli insegnanti.

4)    Porto il bambino a scuola, scendiamo dalla macchina, facciamo due chiacchiere, entriamo nel corridoio e faccio sedere il bambino in classe per un’ora, rimanendo io genitore fuori dall’aula.

5)    Porto il bambino a scuola, scendiamo dalla macchina, facciamo due chiacchiere, entriamo nel corridoio, faccio sedere il bambino in classe e me ne vado a casa, tornando a prenderlo alla fine delle lezioni.

Naturalmente è solo un esempio ed ogni situazione va valutata attentamente, quindi non forzate i tempi se vedete che il bambino/ragazzo (o anche voi stessi se la fobia riguarda voi) ha forti reazioni di crisi.

Altra aspetto fondamentale è pensare ad una conseguenza non proprio piacevole anche se vostro figlio evita lo stimolo che causa la fobia. Ad esempio se non va a scuola è meglio che a casa si organizzi la mattinata come fosse in ambiente scolastico, facendo compiti, studiando e quant’altro piuttosto che stare seduto a guardare la tv, a giocare a play-station o a dormire. In questo modo evitiamo di dare un rinforzo (ovvero di aumentare la probabilità che un comportamento problema venga ripetuto) con conseguenze piacevoli: se stai a casa ti riposi e guardi la tv.

Come sempre questi sono alcuni piccoli e semplici consigli, prima di seguirli se avete domande fatemele e se avete forti dubbi approfondite con uno specialista.

Vi chiedo inoltre ancora una volta di non esitare a commentare questo articolo o a farmi richieste in merito a tematiche che volete che siano trattate.

A presto

Thomas Rivetti

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