Ho un vulcano nella pancia (la gestione della rabbia)

Ho un vulcano nella pancia (la gestione della rabbia)

Ho “rubato” questo titolo (ho un vulcano nella pancia) da un manuale scritto da Eliane Whitehouse e Warwick Pudney perchè è stato uno dei primi libri che mi ha insegnato come poter lavorare con bambini e ragazzi con qualche problema di gestione della rabbia. E’ inoltre secondo me un ottimo paragone quello tra la rabbia dentro e il vulcano: prima ci sono dei piccoli segnali (lapilli iniziali), poi una rabbia che comincia ad essere evidente (la lava iniziale) per arrivare alla fine ad una vera e propria esplosione (grande distesa di lava giù per tutto il vulcano).

E’ infatti da sottolineare come quelle che spesso vediamo come esplosioni di rabbia senza motivo, abbiano sempre in realtà sotto un crescendo di cui non ci accorgiamo (solo quando ci sono veri e propri disturbi dell’umore, di personalità o simili la rabbia può esplodere da un momento all’altro anche senza una apparente causa).

Proprio due giorni fa nel mio studio è venuta una nuova famiglia che mi ha raccontato di come il figlio di 9 anni esploda non appena gli si chiede qualcosa. Ad esempio, quando torna da scuola e gli si domanda come sia andata, lui va su tutte le furie, butta lo zaino per terra in malo modo, va in camera sua urlando e sbattendo le porte. Indagando un pochino è emerso come il mattino il bambino abbia litigato con la sorella per il cartone animato da guardare (anche se poi la cosa sembrava essere finita lì), a scuola aveva avuto matematica (materia in cui il bambino ha una maestra severa e rigida e che lui non riesce a sopportare perché lo sgrida sempre), a ricreazione ha litigato con un suo compagno (anche se poi ha fatto pace) e, appena rientrato a casa, la prima domanda che si sente fare è “Come è andata oggi?”… voi come reagireste?

Quest’esempio non serve naturalmente a dire di non fare questa domanda (è una richiesta più che legittima e naturale), ma serve ad illustrare un crescendo di uno stato di rabbia fino ad arrivare ad un’esplosione. Sapere che c’è questo crescendo è un’indicazione molto utile per prevenire tale “scoppio”. Infatti se fermiamo sul nascere questa salita abbiamo molte più probabilità di evitare la rabbia quella forte, rispetto a quando cerchiamo di stopparla quando ha già raggiunto un alto livello.

La domanda viene spontanea: “sì, ma allora come la fermiamo?”

–       Come detto, la prima cosa importante è accorgersi quando la rabbia comincia, quindi mentre magari stiamo per sgridare nostro figlio per qualcosa, pensiamo:

1)    Perché lo sto sgridando? (Risp. Perché ha litigato con la sorella)

2)    Perché ha litigato con la sorella? (Risp. Perché è arrabbiato)

3)    E’ arrabbiato e quindi proprio come ha detto Thomas nel suo articolo è il primo segnale di rabbia

–       La seconda cosa fondamentale è che il bambino se ne renda conto e conosca la propria emozione:

1)      Perché hai urlato a tua sorella? (Risp. Perché lei ha scelto ieri il cartone e oggi toccava a me)

2)      E quindi come ti senti? (Risp. Arrabbiato perché decide sempre lei)

3)      Da 1 a 10 quanto ti senti arrabbiato? (Risp. 8)

–       La terza cosa è condividere con il bambino come la rabbia sia un sentimento naturale che capita a tutti:

1)      Sai che anche alla mamma e al papà capita di essere arrabbiati? L’importante è conoscere e rispettare le tre regole della rabbia!

–       A questo punto si introducono e si spiegano le tre regole della rabbia:

1)      Non fare del male a se stessi

2)      Non fare del male agli altri

3)      Non distruggere/rovinare oggetti

Seguendo questi primi consigli sulla rabbia aiutiamo il bambino a distrarre il pensiero dalla situazione che lo sta facendo arrabbiare, lo aiutiamo a rielaborare il tutto senza il rischio che rimanga qualcosa di irrisolto e che venga portato avanti tutto il giorno (sul quale poi si potrebbero accumulare altre situazioni che porteranno all’esplosione) e gli permettiamo di lavorare su se stesso e sulla propria rabbia attraverso una maggior autoconsapevolezza.

Qualcuno a questo punto potrebbe obbiettare che con queste tre regole comunque i fratelli continuerebbero a litigare. E’ un’obbiezione legittima, ma la rabbia ed i litigi non devono essere cancellati, ma solo controllati e ben gestiti dal bambino. Infatti questa emozione, seppur negativa, deve essere presente nella vita perché, come tutte le emozioni negative, aiuta a crescere e rende inoltre più forte ogni emozione positiva opposta.

Come al solito questi sono solo dei piccoli spunti e suggerimenti. Nel prossimo articolo cercherò di andare a parlare ancora di emozioni, data la vastità dell’argomento. Se volete comunque approfondire qualche aspetto legato alla rabbia (o a qualsiasi cosa voi vogliate) non esitate a commentare quest’articolo o a scrivermi alla mail info@thomasrivetti.it. Mi raccomando inoltre di diventare follower del blog cliccando sull’apposito tasto. In questo modo sarete avvisati ogni volta che scriverò un nuovo articolo. Nel frattempo, se non l’avete già fatto e ne avete voglia, sul mio canale yotube c’è un nuovo video legato all’articolo sul tiro alla fune in merito al rapporto con il figlio adolescente.

Per adesso un saluto e a tutti e a presto

Thomas

 

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